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Affrontare i “perché” dei bambini: come spiegare la disabilità

6th April 2025

Si assiste spesso all’imbarazzo di molti adulti quando un bambino si trova a relazionarsi con persone con disabilità, ponendo domande estremamente dirette e precise. Domande che, molte volte, vengono liquidate dai genitori con spiegazioni frettolose che mirano a glissare e cambiare argomento, per evitare soprattutto che i propri figli ne pongano di ulteriori ai diretti interessati.

Rispondere ai bambini nel modo corretto è molto importante per contribuire a diffondere una cultura dell’inclusione che abbatta, finalmente, anche le barriere “sociali” ancora presenti a determinarne isolamento ed esclusione.

Il primo consiglio che vogliamo dare è di non censurare le domande di un bambino sulla disabilità come imbarazzanti, fuori luogo, o addirittura “maleducate”. I bambini non nascono con una conoscenza precostituita su questi argomenti, hanno diritto a fare domande su ciò che non conoscono. È normale che le pongano alle loro figure adulte di riferimento nella stessa modalità in cui chiedono qualsiasi altro aspetto della vita e curiosità. 

La disabilità è un fatto oggettivo, esiste, fa parte della vita delle persone e come tale va presentata e spiegata ai bambini perché capiscano che non c’è niente di anormale o spaventoso in una persona diversa da loro.  La disabilità non è un tabù, non è qualcosa di vergognoso davanti a cui cambiare discorso. 

Trovare le parole giuste, lasciare spazio alle domande: promuovere quindi un atteggiamento empatico che in modo chiaro, con la dovuta calma e dedizione permetta alla diversità di essere non solo compresa, ma assimilata come una ricchezza. Altro elemento essenziale è l’uso di un linguaggio semplice, ma rispettoso soprattutto nella scelta della terminologia. 

È infatti importante tenere a mente che è quel che non conosciamo che ci fa paura. La soluzione allora è semplice: la conoscenza è il miglior modo per diminuire sia la paura, sia la distanza tra le persone.

Una lezione significativa possiamo impararla dai bambini che crescono in contesti in cui uno dei genitori o un parente prossimo ha una disabilità. Anche se la ricerca scientifica al riguardo è piuttosto scarsa, è stato evidenziando che, in ambienti familiari supportanti, i bambini possono sviluppare maggiore resilienza e competenze sociali superiori, come empatia, sensibilità, altruismo e tolleranza. 

Crescere nella “diversità come normalità” permette di sviluppare competenze inclusive che potremmo definire “automatiche”: i “perché” fanno parte di un bisogno di comprensione, servono ad accogliere senza distinzioni.

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